#interview: Elisa
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Questa volta non ti parlo di me, ma di qualcun altro. Sì perché, la scuola della vita, quella che non si impara sui libri, ti insegna cose importanti anche attraverso le persone che incontri per la tua strada. Ho deciso di condividere questo mio spazio virtuale con quelle persone che, a mio parere, hanno molto da raccontare, e oggi ho il piacere di farlo con un’amica che si è prestata a rompere il ghiaccio. Qui con me c’è Elisa, psicologa e psicoterapeuta, che oltre ad avere con sé un bagaglio interessante, non dimentica mai di portare molti sorrisi e la sua innegabile simpatia.
Ciao Elisa, sono felice che tu abbia accettato il mio invito :-).
Ciao Silvia, e un saluto a chi ci legge! Grazie per questo invito, sono contenta di essere qui :-).
Iniziamo subito a parlare di te: PSICOLOGIA… quali sono le ragioni che ti hanno portato a compiere una scelta tanto particolare quanto impegnativa?
Ho conosciuto la psicologia al liceo socio-psico-pedagogico (scelto inizialmente con l’idea vaga di diventare insegnante) e lì è scattato il colpo di fulmine. Studiando con passione ho capito che tutti noi siamo “un qualcosa d’altro” oltre a quello che diciamo o le nostre azioni. Un mondo parallelo fatto di emozioni, desideri che nemmeno sappiamo di possedere. In seguito, grazie alla scuola di specializzazione, ho capito che sarebbe diventata il lavoro della mia vita, perché avevo il privilegio di ascoltare storie di vita vera, di vita emotiva delle persone e avevo modo di realizzare il desiderio di costruire con loro una possibilità di cambiamento. No, non è semplice Silvia, devo dirti la verità, ma si tratta di un lavoro meraviglioso e questo paga tutti di sacrifici e tutte le difficoltà.
Mi racconti com’è stato inserirti nel mondo del lavoro?
Ad essere sincera, il mio approccio con il mondo del lavoro non è stato difficile. I miei genitori mi hanno spronato a fare il “grande” passo di aprire la mia attività subito dopo il primo anno di specializzazione. Quello status di libera professionista è come se avesse acceso in me un motore. Mi sono sentita (e mi sento tutt’ora) protagonista del mio fare. Ho iniziato a buttare giù idee, sogni e progetti. Tutte cose abbastanza irrealizzabili nell’immediato e pressoché confuse, ma non me ne importava, perché l’entusiasmo non mi mancava di certo. Ho scelto di portare tutti i curriculum di persona, insistendo in maniera “ossessiva” per essere ricevuta e quindi conosciuta dai responsabili. Volevo che la gente parlasse con me, non con un pezzo di carta. Ho incontrato un dirigente scolastico che mi ha ascoltato e che, non potendo realizzare i miei “importanti progetti”, mi ha comunque teso una mano indirizzandomi a una cooperativa sociale di Chioggia. Ho richiesto un colloquio e me la sono giocata. Neppure qui ho avuto modo di realizzare tutte le mie idee, ma è successo qualcosa di più prezioso: ho incontrato persone alle quali è bastato vedere e accogliere proprio quell’unica cosa certa che potevo realmente offrire in quel momento, l’entusiasmo. E lì sono cresciuta tantissimo, come professionista e come persona. Da lì è partito tutto.
Elisa, mi descrivi la tua giornata tipo?
Beh, le mie giornate sono sempre molto diverse, è questo il bello (e l’imprevedibile) del mio lavoro. Indicativamente mi alzo alle 6:30, e faccio sempre mooolta fatica, perché adoro dormire. Colazione sacra per me e mio marito, durante la quale ci aggiorniamo sugli impegni della giornata, facciamo scorta dell’affetto del nostro cane Bruno e poi partiamo. Io vado in studio dove, se non ho sedute, mi dedico a lavorare al pc (relazioni, appunti, mail, progetti ecc..). Da quando con noi vive Bruno, per avere cura di lui al meglio, abbiamo regolato i nostri orari di lavoro e quindi ci ritagliamo una discreta pausa pranzo, così da ricaricare le pile. La sera è il momento migliore: se non sprofondo nella pigrizia, faccio una corsetta o una camminata in compagnia di buona musica… la cena in tranquillità (adoro cucinare, ma capita che mi impegno poco perché uso la scusa di non avere tempo), i racconti della giornata, un film, un libro o un’uscita improvvisata… capita anche che io lavori anche alla sera, quando mi occupo di corsi o conferenze.
Vivo la famiglia e le amicizie più strette più che posso. Sono la mia vita.
Tornando al tuo lavoro… Una domanda che magari si fanno in tanti: quando ci si deve rivolgere a uno psicologo? E cosa ci si deve aspettare da un percorso di psicoterapia?
Lo psicologo è colui che ti aiuta a vedere le cose da un punto di vista diverso. È come avere un paio di occhiali nuovi. Il terapeuta, attraverso il colloquio, aiuta a VEDERE con nuovi OCCHI (con occhi privi di condizionamenti, con i propri occhi) ciò che gli succede e che succede intorno a lui. Ecco, lì scatta il CAMBIAMENTO in maniera spontanea. Lo psicologo non è certamente un mago che cambia le persone. Ognuno è attore della propria evoluzione… cambiare è difficile, perché siamo affezionati alle nostre abitudini, in esse costruiamo le nostre sicurezze, ma anche le nostre gabbie… attenzione!
Per vivere bene dobbiamo riuscire a crescere, ad accettare il cambiamento, tirando fuori quella forza che non sappiamo di avere. Se non ce la facciamo da soli possiamo chiedere aiuto, semplicemente.
Al contrario di quello che si pensa (e si dice), non bisogna aspettare di stare “molto male” mentalmente ed emotivamente per rivolgersi ad un esperto della psiche.
Chiedere aiuto è un atto di forza, non certo di debolezza, pertanto un confronto con lo specialista, qualora l’ansia, la tristezza, la paura o le difficoltà relazionali caratterizzassero il presente, è un gesto di cura e amore verso di noi e verso chi ci è accanto.
Nell’ambito del mio lavoro sono spesso a contatto con gli adolescenti: utilizzo un approccio amichevole, cercando di risultare loro simpatica e di conquistare, per quanto possibile, la loro fiducia. Mi dai qualche dritta?
Lavorare con gli adolescenti è davvero stimolante. Conservano ancora la capacità infantile di godersi il presente come se la vita dovesse scadere domani; contestualmente, sviluppano un loro pensiero, una loro filosofia di vita che spesso ti lascia senza parole. Gli adolescenti vanno ascoltati. Perché hanno un sacco di cose da dire. La loro abilità repentina di cambiare idea e direzione, è strabiliante… che sia semplice essere adolescenti oggi, nemmeno per sogno. Combattono battaglie che noi adulti non possiamo immaginare… sembra che a loro non importi nulla di ciò che viene detto o fatto da noi… invece sono come spugne, hanno un bisogno estremo di nutrirsi di ciò che noi diciamo e facciamo.
Noi educatori o esperti, quando lavoriamo con loro abbiamo l’occasione di rimetterci in contatto con la nostra parte adolescente. È questa la strada giusta per entrare in relazione con loro.
Si fidano di noi nel momento in cui togliamo le maschere e cerchiamo realmente di stare accanto a loro, non come riferimenti autoritari, ma come esempi da seguire. Con le nostre qualità e le nostre debolezze. Rispettandoli nella loro originalità.
Mi racconti un episodio particolare, negativo o positivo, al quale sei molto legata?
Come le vite di tutti, anche nella mia ci sono stati alti e bassi, le difficoltà e i dolori non mi hanno certo risparmiata; per questo, anziché scegliere un singolo episodio della mia vita, ti parlo di un’esperienza recente, molto positiva: ci si ricarica parlando di cose belle!
Io adoro gli animali, in particolar modo i cani. Dopo due anni di matrimonio io e mio marito Antonio ci siamo trasferiti in una casetta con giardino, realizzando il sogno di adottare un cucciolo e di crescerlo insieme. Emozionati come bambini, un giorno ci siamo recati al canile di S. Anna e, tra i cuccioli disponibili, abbiamo scelto lui, l’unico marrone, il più magrolino, Bruno. Dalla scelta all’adozione effettiva è passato un brevissimo tempo, abbastanza affinché le nostre aspettative sul povero peloso sgorgassero come un fiume in piena: porteremo al mare Bruno, correrà sulla battigia con noi e nuoteremo assieme, lo lasceremo libero nei prati e durante le passeggiate in natura e lo abitueremo a seguirci e ad ascoltarci, gli insegneremo a non salire sul divano, a non tirare al guinzaglio e impareremo a non essere troppo apprensivi se si farà male…
Bruno odia il mare, entra in acqua e potrebbe bere fino a scoppiare, se lasciato libero rincorre gli uccellini alla velocità della luce, del nostro richiamo se ne infischia, e noi come pazzi a rincorrerlo a perdifiato… si è impossessato del divano già dal secondo giorno in casa, al guinzaglio tira come un forsennato per cacciare lucertole e ha dei problemi di salute che spesso ci obbligano a fare i conti con la nostra ansia. Come educatori Siamo un disastro… alla faccia di tutti i buoni propositi! Bruno ci ha cambiato la vita, amiamo tutto ciò che in lui non ha soddisfatto le attese iniziali, ci insegna ad essere umani migliori, a rispettare le leggi della natura. Ci sta mettendo a dura prova “chiedendoci” di non umanizzarlo. Ce lo chiede con gli occhi, con le ribellioni, e lo capiamo da come risponde nella relazione. Ci chiede di vederlo per l’animale che è, di rispettare i suoi tempi e di non usarlo per colmare dei vuoti: piuttosto per sentirci più ricchi. Ci fa sostanzialmente un ripasso di come dovrebbe essere ogni tipo legame, rispettoso. Io e mio marito siamo in terapia da due anni oramai, Bruno, il terapeuta, ha una pazienza incredibile….
Elisa, noi ci conosciamo da qualche anno e ci seguiamo a vicenda nei nostri percorsi lavorativi; so che sei una persona attiva come me, e che hai sempre qualcosa che bolle in pentola… sbaglio?
Silvia, le nostre pentole DEVONO essere sempre sul fuoco! Una delle mie contiene una novità: un corso di crescita personale, #IoSonoCaos Perdersi per ritrovarsi. E’ un Viaggio, più che un corso. Un viaggio breve, prezioso e coinvolgente. La sensazione che questo cammino vuole offrire è quella di perdersi, per poi ritrovarsi e ri-conoscersi più veri di prima. Intraprenderlo significa conoscersi ulteriormente, è un modo per “crescere” mediante la dinamica di gruppo, alcuni spunti teorici e piccole esperienze che si avrà occasione di fare. Sono quattro serate, dalle 20:30 alle 22:30. Il primo corso parte a fine settembre ed è già full, il secondo parte a Chioggia nel mese di Ottobre e il terzo a Taglio di Po nel mese di novembre. Ho già molte richieste per tutte le sessioni e, sinceramente, sono emozionatissima perché per me quest’avventura è un’occasione unica di crescita professionale e personale. Sì, sento di maturare ogni volta che termino una seduta, ogni volta che incontro un gruppo. Ecco perché amo il mio lavoro: incontro l’altro nella sua fragilità, la vedo e lo aiuto ad averne cura, incontro la sua intelligenza, i suoi dubbi e le sue provocazioni. Qualcuno potrebbe pensare “sei la terapeuta, conduci il corso e …cresci pure!?? …che sicurezza trasmetti ai tuoi corsisti?” – La relazione con l’altro può essere tale solo se esiste uno scambio, se c’è traffico di emozioni, se ognuno ha la possibilità di “rubare” qualcosa all’altro per sentirsi diverso. Anche la relazione terapeutica funziona in modo simile. Ecco un esempio: un genitore, che assiste e incoraggia il figlio durante la crescita, parallelamente dovrebbe evolversi in una persona sempre diversa, lasciandosi mettere in discussione dal figlio stesso, dagli eventi, per rappresentare per quel figlio un riferimento saldo e fermo. In maniera analoga il terapeuta, che ricordo, non ha poteri magici, ma è un essere umano 🙂 – quando incontra l’altro nella sua emotività “sente” che questo nuovo arrivo porta con sé novità e che diventa occasione di evoluzione, per entrambi.
Silvia, aggiungo solo due parole a questa tua intervista: Grazie e complimenti. Questa tua idea è fantastica, mi sono divertita e le tue domande sono state molto stimolanti. Ti dico grazie perché mi hai dato l’opportunità di parlare di argomenti a me cari e che caratterizzano il mio caotico presente. Spero di poter incontrare presto altri tuoi quesiti…
Grazie a te Elisa, per essere stata disponibile e professionale. Sono certa che in molti apprezzeranno questa nostra chiacchierata, che offre tanti spunti da approfondire. Per me, che professo l’arte del migliorarsi continuamente, non può che essere stata una preziosa occasione di scambio e di crescita.
Amici, potete conoscere meglio Elisa visitando il suo sito web: www.elisabovolenta.it
Ciao!