Altruismo e altre utopie #COVID19
OnSono le 7 e, nonostante sia domenica, non mi va più di dormire. Tuttavia, decido di rimanere ancora un po’ sotto le coperte e di controllare le ultime notizie on-line. La situazione peggiora di giorno in giorno, quindi le istituzioni hanno deciso di estendere la cosiddetta zona rossa ad altre provincie italiane.
Non la mia, almeno per ora. Però ci sono vicina: proprio ieri mi trovavo in una zona rossa, a 20 km da casa. Non so ancora spiegare come mi sento. Una situazione insolita, surreale, che mi rende inerme, incapace di frenare o accelerare, succube di quell’ondata di ansia che ci sta facendo compagnia da un po’. Preoccuparsi, avere paura, temere l’incertezza: non è necessariamente sintomo di debolezza, stupidità o psicosi. Avere paura, talvolta, ci rende più consapevoli e reattivi.
Per quanto riguarda ciò che sia giusto fare in queste situazioni, vi rimando al Ministero della Salute. E vi prego, non entrate nel merito politico: non ora, non finché non cesserà questa emergenza. E’ una questione di priorità, e se non lo capite, mi dispiace per voi.
Però posso dirvi cosa credo NON sia giusto fare, e di questo sono sicura.
Non è giusto ignorare il problema: esiste, e oggi in una forma più ingombrante, più tangibile. Prendiamo atto di questo e, se ancora non l’abbiamo fatto, informiamoci.
Non è giusto peccare di onnipotenza. Abbiamo il dovere civile di farci da parte, lasciare spazio a chi di dovere: medici, virologi, farmacisti, professionisti del settore che possono aiutarci a capire e gestire la situazione.
Non è giusto essere egoisti: questa è una battaglia che si vincerà solo rimanendo uniti e contribuendo facendo la propria parte. Sembra sciocco ribadirlo, ma evidentemente non è chiaro a molti: l’influenza non creerà troppo disturbo se siete giovani, sani e forti. Anzi, difficilmente riuscirà a insinuarsi in voi. Tuttavia, avete l’obbligo morale di comprendere che ci sono persone più esposte e che non avrebbero la stessa forza, o gli stessi anticorpi, per sconfiggere l’infezione. Queste persone rischiano di morire. Queste persone un domani potreste essere voi. Queste persone oggi temono il peggio, e sono tristi due volte: per la situazione in sé, e per la reazione irresponsabile di molte persone, che deliberatamente decidono di metterle in pericolo.
E ricordate che quelle persone non sono solo anziani che (a vostro stupido parere) hanno già vissuto abbastanza e che quindi se morissero non sarebbe poi così grave (evidentemente questi sono i vostri pensieri). Quelle persone sono anche giovani, con tanta vita davanti, ma che hanno avuto o che stanno affrontando patologie serie. E queste persone sono tante. Siamo tante. E meritiamo più rispetto. La vita stessa merita più rispetto. L’anziano di 95 anni merita più rispetto. Non è giusto che muoia a causa vostra. Scegliete di avere a disposizione una medicina, non un’arma. Il vostro comportamento farà la differenza.
Quindi per favore: statevene a casa. Non portate a passeggio il virus. Non perdete tempo ed energie in polemiche, non strumentalizzate la situazione, e attenetevi, con umiltà, a quello che vi viene chiesto di fare. Se non lo farete, il risultato sarà quello di peggiorare una situazione già molto critica e di incorrere in maggiori rischi e restrizioni: credetemi, non apparirete più fighi, ma irrimediabilmente ignoranti.
Quindi per favore, per il bene di tutti, e perché questa brutta storia arrivi ad un epilogo quanto prima: seguite le indicazioni delle istituzioni e attendete pazientemente tempi migliori. Fate in modo di uscire da questo incubo e di diventare persone migliori, dalle anime più gentili, consapevoli che la vita (di tutti) è davvero un bene prezioso.
L’estate arriverà presto, e sono sicura che l’apprezzeremo tutti un po’ di più.
Silvia